Ventotene, il carcere borbonico di Santo Stefano a rischi crollo: al via lavori di «somma urgenza»

Via libera a Ventotene (Latina) ai lavori di «somma urgenza» per mettere in sicurezza l’ex carcere borbonico di Santo Stefano, da tempo in abbandono e in diverse aree a rischio crollo. La decisione è arrivata nell’ambito dell’accordo operativo firmato all’inizio di giugno tra Invitalia e il Mibact.

La parte interna dell’antico edificio, dal 2008 monumento nazionale, sarà sottoposta a interventi di sistemazione allo scopo di garantirne la stabilità. I lavori interesseranno, in particolare, le torrette e gli archi delle celle, le zone più in degrado e a rischio di cedimento. Si interverrà anche sull’approdo della Marinella per garantire un accesso sicuro agli operai, al personale incaricato e per consentire nelle migliori condizioni di sicurezza lo scarico dei materiali necessari ai lavori. A disposizione, per questa prima fase, ci sono trecentomila euro nell’ambito del finanziamento del Contratto istituzionale di sviluppo per il recupero dell’ex carcere nell’isola di Santo Stefano, dove si trova anche la cella che ospitò Sandro Pertini.

Il via libera è stato dato dal tavolo istituzionale convocato da Silvia Costa, commissario straordinario del governo per il recupero e la valorizzazione della struttura. Le opere di messa in sicurezza saranno attuate rispettando l’identità del luogo e la storia dell’ex prigione. «Presto sull’isola di Santo Stefano abbandonata da cinquanta anni – commenta Silvia Costa – si vedranno i primi segnali dei lavori, dell’attenzione riservata al carcere, alle sue pertinenze, nel rispetto della sua storia di dolore e di conservazione dell’autenticità dei luoghi stessi. In modo innovativo abbiamo portato avanti un processo che ha visto partecipi e protagoniste le otto Amministrazioni firmatarie del Cis (Contratto istituzionale di Sviluppo) e che ha concretamente coinvolto la comunità di Ventotene per l’ascolto e la condivisione di idee progettuali per la nuova vocazione dell’isola di Santo Stefano in un progetto integrato». Il 3 novembre ci sarà la prima Conferenza dei servizi, poi a gennaio è previsto l’appalto dei lavori e, subito dopo, l’apertura dei cantieri.

«Per la nostra isola – dichiara il sindaco-notaio di Ventotene, Gerardo Santomauro – si tratta di un progetto fondamentale. Il recupero dell’edificio, un monumento unico al mondo, rappresenterà un volano di sviluppo importantissimo e la leva per la rinascita economica dell’isola». Nell’ex carcere di Santo Stefano (per il restauro completo servirebbero circa dieci milioni) si punta a realizzare un centro di formazione e di ricerca e ad aprire un polo museale per richiamare visitatori da ogni parte d’Italia. «Una volta realizzato questo progetto – conclude Santomauro – si aprirà una nuova fase di sviluppo turistico, con benefici soprattutto nel periodo di bassa stagione».

Corriere della Sera
28 Ottobre 2020