Il libraio di Ventotene: “Ho trasformato la libreria in una bottega di umanità”
Fabio Masi, cinquant’anni, libraio a Ventotene ma anche a Camogli e Genova. Come si fa a non essere spazzati via da Amazon?
“Bisogna cercare luoghi piccoli e delimitati, oppure ricrearli nelle grandi città. E lavorare con i libri in profondità più che in estensione”.
Lei come ci riesce, su un’isola che d’inverno ha 200 anime?
“Sono diventato un piccolo editore di libri di storia locale, mi interessano prima di tutto le persone. La libreria è un posto dove ancora ci s’incontra, si parla, si curiosa, si bighellona. Un sacco di bambini ci giocano”.
Perché ha scelto Ventotene?
“Perché avevo perso il posto di libraio a Genova: il negozio lo comprarono i cinesi e si misero a vendere casalinghi. Io sono romano, e Ventotene è un’isoletta: con mia moglie Alessia nel 2001 abbiamo aperto l’ “Ultima Spiaggia”, un nome che è tutto un programma, investendo interamente i nostri risparmi. Mi davano del matto ma avevo ragione io. Ecco, l’idea dell’isola è vincente anche sulla terraferma. Dentro confini circoscritti, in dimensioni più piccole ci si muove meglio. E se si sta attenti ai conti, ci si può pure sviluppare. Così nel 2011 abbiamo inaugurato una piccola libreria anche a Camogli”.
Luoghi turistici di grande bellezza: c’entra qualcosa?
“Certo, perché qui la gente viene senza fretta, non è come in città. Il turista mica compra su Amazon, cerca qualcosa da leggere al momento, vuole toccare, sfogliare. Certo, bisogna anche essere bravi, noi siamo librai che ancora leggono i libri, la passione per il lavoro è irrinunciabile. Vendere parole e idee non è come vendere dentifrici. E un buon libraio, senza offesa, non è un commesso qualunque”.